Buondì Lettori! 

Questa storia è fatta di stratificazioni.
“Che cos’è?” “Un aletiometro”
La prima è quella che porta avanti la storia di Lyra, una ragazzina selvaggia, che sfida ogni regola, testarda, avventata e senza peli sulla lingua che, come spesso capita negli YA, è una prescelta, una predestinata, colei che puoi distruggere o salvare il mondo.
La seconda si apre sui legami tra i personaggi, dei rapporti Chiesa/Stato, sul bisogno di potere a discapito degli essere umani, sulla ricerca spasmodica di “altro”.
E infine c’è una terza stratificazione, quella che ti trascina in una visione più elevata, legata al valore e al peso dell’anima, al sottilissimo velo che separa l’infanzia dall’età adulta, e cosa comporta l’abbandonarsi alle passioni.
“Il senso è che lei dev’essere libera di sbagliare. Noi dobbiamo sperare che non faccia errori, ma non possiamo guidarla.”
La storia si regge su qualcosa di solido che è il viaggio e l’avventura per poi aprirsi a ventaglio su tanto altro senza paura di mettere sul piatto della bilancia dei bambini.
L’ambientazione è interessante, ricca e pregna di dettagli.
“Tutti siamo soggetti al fato. Però tutti dobbiamo agire come se non lo fossimo” rispose la strega “o morire di disperazione.”
La chicca del libro sono i Daimon, letteralmente l’anima di ogni uomo che vive sottoforma di animale accanto a noi, nostro conforto e nostra forza, volubile nella fase dell’infanzia per poi stabilizzarsi da adulti. Il legame tra Lyra e il suo Daimon apre il dibattito a tanti spunti e sfido chiunque a leggere e non pensare “che forma avrebbe il mio Daimon”?
Menzione speciale per Iorek, spiegatemi come si fa a non invaghirsi di un orso polare corazzato? 🖤
Vi abbraccio 
